giovedì 7 aprile 2016
venerdì 1 aprile 2016
Madonna del Broseto (Calepio)
L'edificio è situato alla sommità di un piccolo colle detto Broseto o Ambroseto. Una descrizione ne viene data da P. Donato Calvi (1634) nelle sue "Effemeridi" "... pur chiesa matrice capo di Pieve.. et nel distretti suo veggonsi quattro Oratrij molto ben tenuti, il primo antichissimo, benchè modernatamente ristorato, dedicato alla Presentazione della Maria Vergine, che già era tempio profano a tutti li Dei dedicato... questo sopra piccol colle riposto, sotto cui scaturisce un fonte agli infermi fià molto profittevole...". Achille Mauzio sostiene che in origine la costruzione doveva essere un tempio sacro a tutti gli dei, deduzione derivata dalle parole scolpite su di una lastra di marmo bainco rinvenuta nei dintorni dell'edificio: "PANTHEO/IUVENTI HERMA ET PHILTATE - V.S.L.M.". Sempre correlata a quest'iscrizione e particolarmente interessante è la descrizione del luogo resa dal professor D.G. Zmbetti che, sulla base del Dizionario di Fra Ambrogio da Calepio, riferisce il terminte Pantheo a Pantheon e cioè Dio supremo, divinità identificata nel caso specifico in Bacco, essendo Calepio la terra del buon vino.
Testo: Infonografia adiacente alla chiesa.
Foto: Davide Modina
Pieve di Calepio
Attorno al secolo VIII, con l'aumentare nei pagi del numero di fedeli alla religione Cristiana, la Cattedrale del Vescovo cessò di essere la sola chiesa battesimale per il contado. Iniziarono a sorgere numerose chiese rurali dette dapprima battesimali e succesivamente plebane o pievi. Le pievi, generalmente intitolate a San Giovanni Battista (Telgate, Dossena, Clusone) e a San Lorenzo Martire (Ghisalba, Mologno di Casazza e Calepio), assunsero crescente importanza per la vastità del territorio controllato. In esse si svolgevano la celebrazione Eucaristica, la predicazione solenne, la sepoltura dei morti ed era amministrato il battesimo. L'attuale chiesa di San Lorenzo fu costruita tra il XV e il XVI secolo. La facciata è caratterizzata dal consueto profilo a capanna con rosone centrale, mentre l'interno segue lo schema dello stle gotico lombardo tre-quattrocentesco. La pieve comprende tre cappelle a pianta rettangolare e copertura con volta a botte. La navata è scandita in campate da quattro archi trasversali ad ogiva impostati su bassi piedritti. La copertura è costituita da travi a vista con travelle di cotto. L'opera fu portata a termine con le decorazione nel 1555. Successive aggiunte furono il campanile completata nel 1596 a seguito di un decreto di San Carlo Borromeo (1575) e il nuovo presbiterio con relativa abside completato presumibilmente nei primi decenni del XVII secolo. Il battistero è impreziosito da una tela di Francesco Cavagna, figlio del più celebre Gian Paolo. Nel 1692 l'allora arciprete Giovan Francesco Valle fu autorizato dal vescovo Giustiniani ad erigere la Cappella di San Maurizio in memoria di quella dedicata al martire nei piani più bassi del castello. Negli stessi anni fu portata da Bergamo la pala posta sopra all'altare, mentre le pregevoli decorazioni sono da attribuire presumibilmente ai fratelli Galliari di Adorno, impareggiabili maestri del Settecento.
Testo: infonografia nei pressi della Pieve
Foto: Davide Modina
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Testo: infonografia nei pressi della Pieve
Foto: Davide Modina
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