giovedì 10 marzo 2016

Borgo di Calepio

Gli stanziamenti presso Calepio e i territori circostanti sono testimoniati già in epoche remote: malgrado l’assenza di reperti preromani, lo Zambetti ne ipotizzerebbe origine greche. Certa è la presenza di un insediamento in epoca romana (pagus) di cui sono giunte a noi alcune inequivocabili testimonianze. Tra queste citiamo come significativo una base di marmo bianco, oggi conservata presso il Museo Archeologico di Verona, rinvenuta nei pressi del piccolo colle denominato Broseto o Ambroseto, recante l’incisione “PANTHEO IVUENTI HERMA ET PHILTATE – V.S.LM.” iscrizione variamente interpretata dagli storici ma sempre riferita all’esistenza di un tempietto, convertito in epoca più tarda in Oratorio. E’ recente (1977) il ritrovamento di una tomba longobarda in località Castel Rampino: uno scavo riportò alla luce in questo sito resti umani e oggetti appartenente al corredo di un’armatura riconducibili alla seconda metà del VII secolo d.C. Un documento del 912 riferisce la locazione “in vico Castro Calepio”, mentre in una memoria del 941 troviamo la registrazione di alcuni possedimenti relativi ad una chiesa di S.Maria che potrebbe essere riconducibile al Santuario che ancora oggi è conservato in località Bognatica. Nei secoli XI e XII Calepio è dominio di un ramo collaterale della famiglia Ghisalbertina, la famiglia Martinengo. Verso la fine del XV secolo Calepio si trova al centro della guerra tra Venezia e Milano. Documenti storici ci confermano che nel 1570 perdurava ancora a Calepio l’uso di confermare la promessa nuziale col mangiare e bere insieme dei due sposi in maniera simile alla confarreazione romana. Nel 1843 gli ultimi discendenti dei Conti Calepio lasciarono il castello e tutti i loro possedimenti alle Suore della Carità affinchè costituissero un Istituto Educativo per le fanciulle dei dodici paesi della Valle.



Testo: infonografia nei pressi della biblioteca comunale





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