Gli stanziamenti presso Calepio e i territori circostanti
sono testimoniati già in epoche remote: malgrado l’assenza di reperti
preromani, lo Zambetti ne ipotizzerebbe origine greche. Certa è la presenza di
un insediamento in epoca romana (pagus) di cui sono giunte a noi alcune
inequivocabili testimonianze. Tra queste citiamo come significativo una base di
marmo bianco, oggi conservata presso il Museo Archeologico di Verona, rinvenuta
nei pressi del piccolo colle denominato Broseto o Ambroseto, recante l’incisione
“PANTHEO IVUENTI HERMA ET PHILTATE – V.S.LM.” iscrizione variamente
interpretata dagli storici ma sempre riferita all’esistenza di un tempietto,
convertito in epoca più tarda in Oratorio. E’ recente (1977) il ritrovamento di
una tomba longobarda in località Castel Rampino: uno scavo riportò alla luce in
questo sito resti umani e oggetti appartenente al corredo di un’armatura
riconducibili alla seconda metà del VII secolo d.C. Un documento del 912
riferisce la locazione “in vico Castro Calepio”, mentre in una memoria del 941
troviamo la registrazione di alcuni possedimenti relativi ad una chiesa di
S.Maria che potrebbe essere riconducibile al Santuario che ancora oggi è
conservato in località Bognatica. Nei secoli XI e XII Calepio è dominio di un
ramo collaterale della famiglia Ghisalbertina, la famiglia Martinengo. Verso la
fine del XV secolo Calepio si trova al centro della guerra tra Venezia e
Milano. Documenti storici ci confermano che nel 1570 perdurava ancora a Calepio
l’uso di confermare la promessa nuziale col mangiare e bere insieme dei due
sposi in maniera simile alla confarreazione romana. Nel 1843 gli ultimi
discendenti dei Conti Calepio lasciarono il castello e tutti i loro
possedimenti alle Suore della Carità affinchè costituissero un Istituto
Educativo per le fanciulle dei dodici paesi della Valle.
Testo: infonografia nei pressi della biblioteca comunale
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