venerdì 10 giugno 2016
giovedì 7 aprile 2016
venerdì 1 aprile 2016
Madonna del Broseto (Calepio)
Testo: Infonografia adiacente alla chiesa.
Foto: Davide Modina
Pieve di Calepio
Attorno al secolo VIII, con l'aumentare nei pagi del numero di fedeli alla religione Cristiana, la Cattedrale del Vescovo cessò di essere la sola chiesa battesimale per il contado. Iniziarono a sorgere numerose chiese rurali dette dapprima battesimali e succesivamente plebane o pievi. Le pievi, generalmente intitolate a San Giovanni Battista (Telgate, Dossena, Clusone) e a San Lorenzo Martire (Ghisalba, Mologno di Casazza e Calepio), assunsero crescente importanza per la vastità del territorio controllato. In esse si svolgevano la celebrazione Eucaristica, la predicazione solenne, la sepoltura dei morti ed era amministrato il battesimo. L'attuale chiesa di San Lorenzo fu costruita tra il XV e il XVI secolo. La facciata è caratterizzata dal consueto profilo a capanna con rosone centrale, mentre l'interno segue lo schema dello stle gotico lombardo tre-quattrocentesco. La pieve comprende tre cappelle a pianta rettangolare e copertura con volta a botte. La navata è scandita in campate da quattro archi trasversali ad ogiva impostati su bassi piedritti. La copertura è costituita da travi a vista con travelle di cotto. L'opera fu portata a termine con le decorazione nel 1555. Successive aggiunte furono il campanile completata nel 1596 a seguito di un decreto di San Carlo Borromeo (1575) e il nuovo presbiterio con relativa abside completato presumibilmente nei primi decenni del XVII secolo. Il battistero è impreziosito da una tela di Francesco Cavagna, figlio del più celebre Gian Paolo. Nel 1692 l'allora arciprete Giovan Francesco Valle fu autorizato dal vescovo Giustiniani ad erigere la Cappella di San Maurizio in memoria di quella dedicata al martire nei piani più bassi del castello. Negli stessi anni fu portata da Bergamo la pala posta sopra all'altare, mentre le pregevoli decorazioni sono da attribuire presumibilmente ai fratelli Galliari di Adorno, impareggiabili maestri del Settecento.
Testo: infonografia nei pressi della Pieve
Foto: Davide Modina
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Testo: infonografia nei pressi della Pieve
Foto: Davide Modina
domenica 13 marzo 2016
Chiesa "Madonna della Neve" (Tagliuno)

testo: http://www.parrocchiaditagliuno.it/styled/styled-3/styled-27/index.html
Foto: Davide Modina
giovedì 10 marzo 2016
Castello di Tagliuno
Il castello di Tagliuno venne costruito su un terrazzo naturale lungo il fiume Oglio, poco a sud del nucleo storico. L’edificio, edificato probabilmente nel XIV secolo e sviluppato in altezza su tre piani, presenta una massiccia base a scarpa e gli avanzi di una torre, crollata verso la fine del XIX secolo. La struttura originaria è stata però profondamente alterata da interventi che si sono susseguiti nel corso del tempo; in particolare, tra il XVI e il XVII secolo, al corpo di fabbrica medievale venne addossato ortogonalmente un edificio con porticato e loggia e l’intero complesso venne destinato a funzioni rurali.

testo: http://www.ecomuseovalcalepiobassosebino.it/Patrimonio5.htm
foto: Davide Modina
Cippo confinario (Tagliuno)
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Cippo confinario visto da Est |
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Cippo visto da Ovest |
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Incisioni a terra fatte in occasione dell'ultimo restauro |

Borgo di Calepio
Testo: infonografia nei pressi della biblioteca comunale
mercoledì 9 marzo 2016
Filanda di Calepio
La filanda è situata in località Porto, su di un'area in cui nel Catasto Lombardo Veneto del 1853 è documentata la presenza di un mulino da grano funzionante ad acqua.
Nel 1873 la cessione dell'area alla ditta "Hoffmann Weber & Co" di Basilea determina la demolizione del vecchio mulino per far spazio alla costruzione della filanda. L'attività della ditta Hoffmann prosegue sino al 1887, anno in cui Erminio Neushafer alla guida dell'opifiicio darà inizio ad importanti opere di ampliamento trasformando la filanda di Calepio in una delle più grandi dellla zona e tra le prime dieci della provincia di Bergamo con cinquecento operai e tre caldaie a vapore in dotazione. Nel 1917 la filanda viene ceduta alla Società Elettrica Bresciana e, negli anni successivi, l'immobile cambia pù volte proprietà e destinazione d'uso. La filanda rappresenta un notevole esempio di architettura industriale di fine Ottocento. Interessanti i due corpi di scala interni ancora in discreto stato di conservazione di cui uno appartiene alla filanda originaria ed il secondo posteriore alle opere di ampliamento. Le pedate dei gradini, realizzate in pietra arenaria, testimoniano con la loro forma resa concava dai passi degli operai i lunghi decenni di storia dell'azienda.
Manfredi L., Ricerca storica sulla filanda di Calepio, Bergamo
Testo: infonografia adiacente all'edificio
Nel 1873 la cessione dell'area alla ditta "Hoffmann Weber & Co" di Basilea determina la demolizione del vecchio mulino per far spazio alla costruzione della filanda. L'attività della ditta Hoffmann prosegue sino al 1887, anno in cui Erminio Neushafer alla guida dell'opifiicio darà inizio ad importanti opere di ampliamento trasformando la filanda di Calepio in una delle più grandi dellla zona e tra le prime dieci della provincia di Bergamo con cinquecento operai e tre caldaie a vapore in dotazione. Nel 1917 la filanda viene ceduta alla Società Elettrica Bresciana e, negli anni successivi, l'immobile cambia pù volte proprietà e destinazione d'uso. La filanda rappresenta un notevole esempio di architettura industriale di fine Ottocento. Interessanti i due corpi di scala interni ancora in discreto stato di conservazione di cui uno appartiene alla filanda originaria ed il secondo posteriore alle opere di ampliamento. Le pedate dei gradini, realizzate in pietra arenaria, testimoniano con la loro forma resa concava dai passi degli operai i lunghi decenni di storia dell'azienda.
La filanda, in primo piano. Sullo sfondo il Castello di Calepio |
Manfredi L., Ricerca storica sulla filanda di Calepio, Bergamo
Testo: infonografia adiacente all'edificio
martedì 8 marzo 2016
Chiesa di San Rocco

Dove fosse esattamente non ci è dato sapere. Si dice solo che stava dopo il ponte della Valle sulla strada del Porto. E dalla popolazione fu riparata quella come la seguente, che veniva rifatta, circa alla metà dell'ottocento, spostandola verso il ponte per dar luogo al nuovo tratto della strada per Calepio. Nel "libro dei legati in folio Oratorio S. Rocco" della fabbriceria troviamo: "Questo oratorio venne eretto in occasione del morbo del colera nell'anno 1838, fatta allora la devozione di erigerlo con elemosine private; ed attualmente, 1851, i lavori sono quasi arrivati a compimento per ciò che si aspetta a fabbrica".

Costruita su disegno dell'ingegnere Cancelli su suo terreno (senza passaggio di proprietà del fondo) si compiva il lavoro nel 1852, com'era scritto sul pavimento presso l'entrata. La singolare forma veniva apprezzata anche dall'ingegnere architetto Luigi Angelini nella sua raccolta di disegni (1926). Nell'ancona dell'altare sopra la tela di S. Rocco dell'ottocento, nella lunetta c'è un affresco con Madonna e Bambino al seno (fine '500), tagliato dalla chiesa precedente e qui inserito. Al lato sinistro l'adorazione dei Magi, bella tela del cinquecento, con colori fortemente ossidati. A destra la tela del Ceresa con la Madonna del Suffragio. Buona cassapanca dietro l'altare di marmo, e antico armadio con arredi in sagrestia. La statua di S. Rocco fu eseguita nel 1895 dallo scultore Bettinelli di S. Andrea in Bergamo su bozzetto dell'accademia Carrara.
Testo da:http://www.parrocchiaditagliuno.it/styled/styled-3/styled-26/index.html
Foto: Davide Modina
Biblioteca Comunale "Fra Ambrogio da Calepio"
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Presso la Biblioteca è consercata una copia del dizionario Calepino |
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